Divertirsi imparando: il gioco del perché

Forse a volte non ne potete più di rispondere alle domande dei vostri bambini. In altre occasioni può succedere invece che vi lascino spiazzati, ponendovi un quesito al quale non avete risposta. Siate pazienti però, perché anche voi avete attraversato la fase del “perché”, ma soprattutto avete arricchito moltissimo il vostro bagaglio di conoscenze, proprio durante quella fase. Innanzitutto, la curiosità, in un bambino, è un buon segno. In secondo luogo, per un bimbo, l’adulto è l’unica fonte del sapere. Premesso questo, perché non trasformare il “perché” in un gioco? Si tratta, in realtà, di un’attività molto diffusa tra gruppi di bambini gestiti da una maestra o da un animatore. Basterà riunire i piccoli scatenati e scegliere il giocatore che inizia a porre una domanda. Tra gli altri, chi risponde correttamente proseguirà il giro. Qualora nessuno rispondesse ad una domanda, lo farà l’adulto “arbitro” e ai bimbi andrà una piccola simpatica penitenza. In questo modo, i bambini si trasmetteranno le proprie conoscenze a vicenda, e in caso di non risposta, attraverso il ricordo della penitenza, potranno memorizzare un nuovo perché imparato. Vi consigliamo di aprire bene le orecchie poiché ne sentirete delle belle. Divertirsi imparando: PERCHE’ no?

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